BLUE
Parte 3: IL VOLTO DELL'ORRORE
di FABIO VOLINO

 

La vita a volte ti costringe a prendere dei bivi tragici e, quando ci ripensi, preferiresti non averli mai intrapresi. Spesso però il rivedere nella mente quegli eventi ti porta anche ad un altro tipo di considerazione: vorresti avere una qualche forma di rivincita, anche piccola, contro coloro che hanno fatto del male a te o ai tuoi cari.
Per tutta la sua vita Hector Ayala ha accusato delle sue sventure due persone: la prima è Gideon Mace, il mercenario che uccise la sua famiglia e la sua amata sorella Awilda. Dopo quella fatale tragedia non se l’è più trovato di fronte, se non un paio di settimane fa: e non ha trovato il coraggio od il desiderio di ucciderlo. Tutta la rabbia era smaltita ed era alle sue spalle. E come se non bastasse adesso ha forgiato con lui un’insolita alleanza. Ma c’è stata un’altra persona oggetto dell’odio di Hector e cioè colui che ha pubblicamente svelato la sua identità segreta, portando ad una catena di eventi che sarebbero culminati con la strage dei suoi cari. Quella persona è Lightmaster e si trova adesso di fronte a lui. Ma come con Mace, l’eroe non prova più alcun sentimento negativo nei suoi confronti, vuole solo mettere le mani addosso a Mr. Blue, il leader dei Figli di Satannish, che ha voluto giocare a dadi con la sua vita come se lui fosse solo un burattino. Un burattino che adesso ha molte difficoltà nel muoversi.
“Sì, Hector, proprio Lightmaster” dice Mr. Blue, una voce dal nulla che riempie tutta la caverna sotterranea in cui si trova l’eroe “Non se l’è passata bene ultimamente, ha avuto brutte sventure economiche e si è ridotto a fare il tirapiedi di uno spacciatore di droga. Però ha avuto il buon senso di andarsene prima che quello spacciatore venisse catturato dall’Uomo Ragno. E così lo abbiamo richiamato noi. Mi sembra giusto che tu perda la vita per mano dell’uomo che te l’ha rovinata per primo. Addio, Hector, è stato un piacere conoscerti”.
“Mr. Blue, non fare il codardo!” grida la Tigre Bianca “Affrontami da uomo a uomo”.
“Temo proprio che questo non sarà possibile, mi manca una delle qualifiche da te richieste. E comunque non mi servi più, hai accumulato potere sufficiente per la rinascita del Supremo: perché arrivare al clichè della resa dei conti tra il buono ed il cattivo? Per una volta sarà il male a trionfare e sarà un trionfo totale. Tu sei stato immobilizzato, Hector, e potrai solo osservare la tua fine. Lightmaster, uccidilo”.
Edward Lansky alza una mano ed emette da un suo guanto dorato un raggio energetico di devastante potenza. Per la Tigre Bianca è come se la scena si stesse svolgendo al rallentatore, vede il criminale puntarlo e poi un globo giallo iniziare a formarsi in mezzo ad una sua mano. Potrebbe difendersi, mettersi al sicuro, perché non ci riesce? Cos’è che lo blocca? Il globo dorato aumenta fino ad essere direzionato contro l’eroe: ci sono al massimo un paio di metri tra Lightmaster e la Tigre Bianca, ma sembrano chilometri per Hector. Deve proteggersi, deve… deve schiarirsi la mente e pensare solo a sé stesso, alle forze che sta dominando in questo momento: forze che sono state in grado di schiacciare un demone o sconfiggere cento uomini dalla forza sovrumana. E poi urla, o almeno crede di farlo, di sicuro nella sua mente qualcosa accade: se c’era un peso adesso non c’è più. Hector Ayala è libero.
Alza i polsi e li posiziona a croce davanti alla sua faccia, bloccando così la raffica di Lightmaster.
“Non posso crederci” commenta il criminale “Non posso crederci, ma non può resistere a lungo, prima o poi cederà”.
Ed in effetti la pressione dell’energia lucente rilasciata da Lansky si fa sentire, è come se tutte le sue ossa tremassero, gli implorassero di arrendersi. Dopotutto si è comportato bene, è arrivato fin qui e nessuno ci avrebbe scommesso un dollaro, può accontentarsi.
“No, non posso accontentarmi” pensa Hector “Sono vicino, solo pochi metri ed avrò di fronte Mr. Blue”.
La pressione è eccessiva e costringe la Tigre Bianca ad inginocchiarsi al suolo, il globo dorato si avvicina sempre più al suo volto.
“Cedi, Hector” lo consiglia Mr. Blue “Ormai non ha più senso lottare”.
“Ti ringrazio, Mr. Blue” lo canzona l’eroe “La tua odiosa voce mi ha appena ricordato qual è il mio obiettivo finale. Sì, sento la rabbia e la forza crescere dentro di me… sono inarrestabili… Aaarghhh!!”.
E’ una scena che Lightmaster ricorderà per l’eternità. La Tigre Bianca si rimette in piedi e, con uno sforzo sovrumano, direziona la sua raffica di luce verso l’alto. Il globo perfora la montagna, metri e metri di roccia, ed emerge all’esterno, dove illumina la zona circostante come se fosse un angolo di paradiso.
Però è un qualcosa che ha richiesto il suo prezzo. Hector Ayala è incerto sulle sue gambe, è un miracolo che non crolli ancora.
Lightmaster si prepara ad un nuovo attacco. “Sei uno sciocco. Hai rimandato la tua morte solo di pochi secondi”.

All’esterno.

Annex sorvola la zona delle paludi, in cerca di una qualche attività insolita. Sentire in lontananza spari e colpi di pistola, rumori a cui si è fin troppo abituato, lo aiuta in questo suo compito.
“Ski” contatta il suo superiore del Project Sabbath “C’è qualcosa di strano qui. Tizi in tonaca rossa che affrontano un reparto militare… mai visto roba del genere”.
“Sto ricevendo le immagini del tuo visore sul mio computer, Ellis” risponde Jim Sokolowski “E sto effettuando un’analisi incrociata sui nostri database. Noti qualcos’altro di rilevante?”.
In quel momento il globo dorato di Lightmaster perfora la montagna ed illumina il paesaggio. Gli uomini di Mace si fanno distrarre da questo evento e permettono ai Figli di Satannish di metterli fuori gioco con semplici incantesimi.
“Lo noto e come” conferma Annex “Ski, hai presente quei rinforzi che mi avevi promesso? Mandali qui subito!”.
Poi plana in basso ed attacca i Figli di Satannish, mettendone ko due grazie al fattore sorpresa. I componenti della setta si riorganizzano rapidamente.

Paludi di Citrusville.

L’Uomo Cosa, come detto, non è un essere dominato dalla curiosità, diciamo anzi che non prova affatto una simile sensazione. Tuttavia, attraverso quei suoi strani occhi rossi, anche lui non può fare a meno di notare il colore del cielo cambiare. Dapprima è blu chiaro, con una traccia di rosso in quanto il sole sta per tramontare, poi improvvisamente diviene color dell’oro. La cosa pone fine alla sua silenziosa meditazione fatta di pensieri inesistenti.
Il cielo torna del colore consueto, ma l’Uomo Cosa continua a scrutarlo. Non succede nulla di rilevante per un minuto. Poi dalla palude, dal centro delle energie mistiche che alimentano il Nesso di Tutte le Realtà, fuoriesce un globo argenteo che si piazza davanti alla creatura empatica. L’Uomo Cosa lo osserva, ammaliato in qualche modo dalla sua intensa luminescenza: poi il globo inizia a muoversi, a dirigersi verso la caverna dove si annida il covo dei Figli di Satannish. L’Uomo Cosa lo segue, non interrogandosi sul suo strano significato: sostanzialmente perché è una creatura che non si pone questioni esistenziali. E c’è chi la definisce priva di spessore.

Interno della caverna.

Lightmaster lancia una nuova raffica di luce, ma la Tigre Bianca la evita per miracolo grazie ad un possente balzo. Edward Lansky si concentra ed inizia a spararne diverse ed in più direzioni, ma nonostante ciò Hector Ayala riesce a non farsi colpire. Nessuno può capire cosa motivi questo eroe a corto di forze, men che meno un povero perdente come Lightmaster.
“Non capisco perché continui a lottare, Ayala” esclama il criminale “Dovrai stancarti prima o poi”.
“Chi dice che io abbia dei limiti?” replica l’eroe.
A qualche metro di distanza Mr. Blue è stupito quanto Lightmaster. “Burattinaio, continui a deludermi. Non riesci a controllare le azioni della Tigre Bianca! Vuoi che tua figlia paghi per questo?”.
“Non dipende solo da me” si giustifica Philip Masters “Quel tizio ha una resistenza ed una forza di volontà che rivaleggiano con quelle di Mr. Fantastic e della Cosa, i miei più fieri avversari”.
“Ma di cosa mi lamento? Del resto cosa potevo pretendere da un fallito come te, che sta morendo per avvelenamento da radiazioni? Mi assicurerò che la morte di tua figlia arrivi quando sarai riverso impotente sul letto”.
“Che tu sia maledetta!” pensa il Burattinaio “Non sei diversa dal Pensatore, mi stai solo sfruttando. Se ne avrò l’occasione te la farò pagare. Ma come può una donna dal viso così bello essere tanto malvagia?”.
Alla fine in ogni caso la costanza di Lansky viene premiata quando una sua raffica colpisce di striscio la Tigre Bianca ad una spalla. Impegnato in un salto, Hector crolla improvvisamente al suolo e l’atterraggio non è dei migliori.
“Finalmente” commenta il criminale. Poi viene investito da una sventagliata di proiettili: la sua armatura è resistente e fortunatamente per lui non si creano crepe. L’impatto però è forte e Lansky inciampa ignominiosamente al suolo.
“E tu chi saresti, l’Uomo Lampadina?” lo canzona Gideon Mace “Come ti permetti di uccidere l’uomo che io devo ammazzare?”.
“Posso permettermelo e come” dice Lightmaster rialzandosi “Perché io sono il potere incarnato!”.
Edward Lansky si circonda di un’aura dorata, emettendo una accecante luminosità. Gideon Mace ne rimane inevitabilmente vittima ed indietreggia, mentre il suo dito si allenta sul grilletto. Partono altri colpi dalla sua arma, che colpiscono ancora Lightmaster, anche se di striscio. Il risultato è che la raffica letale che il criminale stava lanciando viene dirottata contro la parete rocciosa posta sopra il mercenario, il quale viene sommerso da una frana di piccoli massi. Alla fine, sotto le macerie, di lui rimane visibile solo il braccio con la mazza ferrata al posto della mano.
Lightmaster non si cura di Mace e va invece verso la Tigre Bianca, che afferra per un braccio. “Vieni, alzati” lo esorta “Voglio vederti bene in faccia mentre ti uccido”.
“Proprio quello che volevo!”.
La Tigre Bianca colpisce con un pugno al volto Lightmaster, liberandosi della sua presa.
“Cosa? Stavi fingendo?” esclama il criminale.
“Questo e non solo”.
Hector Ayala si china e, come nei migliori atti di magia, dietro di lui compare Cardiac. Eli Wirtham carica la sua staffa e la raffica che ne esce centra al petto Lightmaster, che cade ancora a terra. La Tigre Bianca salta verso di lui, ma prontamente il criminale scansa l’attacco e ribatte con due raggi dorati. Hector Ayala li evita, ma questi vanno a colpire alla gamba sinistra Cardiac, che per il dolore è costretto ad inginocchiarsi.
“Sinceramente, Ayala, perché continui a lottare?” chiede Lightmaster “Non ha senso”.
La Tigre Bianca si blocca. “Come sarebbe a dire che non ha senso?”.
“Che anche uno psichiatra da quattro soldi lo capirebbe. Lo stai facendo per punire te stesso, per non essere stato accanto alla tua famiglia quando questa è stata massacrata. Hai dentro di te un inconscio desiderio di morte. Ma non sono tornati, Ayala, non torneranno mai i tuoi cari, ti stai battendo per una causa persa. Che senso ha essere un eroe, quale senso ha mai avuto per te? Ti sforzi al massimo e non ottieni alcun riconoscimento, anzi, vieni bollato come assassino di bambini. Sei stato continuamente cacciato, perseguitato, frainteso… hanno ucciso la tua famiglia e come ricompensa nessuno ti è stato accanto in questo momento di dolore. La tua fidanzata ti ha lasciato, l’Uomo Ragno si è scordato di te. L’ipocrita comunità dei supereroi ti ha forse fatto le condoglianze? Sinceramente non capisco perché continui a lottare”.
La Tigre Bianca si inginocchia, come se fosse stato duramente colpito dalle parole di Lightmaster. “E’ vero, la mia famiglia è stata uccisa ed è stata uccisa per quello che sono: se non fossi stato la Tigre Bianca non sarebbe mai accaduto”.
“Esattamente”.
“Ed al mondo nessuno si ricordava di me prima che venissi accusato di omicidio. E da quel che so nemmeno il mio amico Byrd si è dato da fare per scagionarmi da questa accusa. Nessuno mi ha mai chiesto di entrare a far parte dei Vendicatori… o anche dei Difensori”.
“Precisamente”.
“E forse nella mia vita non ho ottenuto quello che meritavo. Se avessi pensato più alla mia carriera e meno alle mie imprese da eroe oggi sarei in una qualche posizione di potere”.
“Quello che dico anch’io”.
“Sì, tutto questo è vero. Tutto questo è innegabile”.
“Dunque perché non…”.
Improvvisamente la Tigre Bianca si rialza e nei suoi occhi Lightmaster vede uno sguardo che non ha mai visto prima d’ora. Un brivido di paura percorre il suo corpo. “Pero… Però c’è anche un’altra, innegabile verità. Che questa è la cosa giusta da fare, e ti dà delle soddisfazioni. Le soddisfazioni nei volti delle persone quando li salvi anche dal più piccolo dei pericoli, l’adrenalina che ti scorre nelle vene quando affronti un supercriminale, il piacere che provi quando un rifiuto della società finisce in galera. E se evade? Bene, il divertimento ricomincia, il piacere si raddoppia. Sì, io provo ed ho provato tutto questo. E non vi rinuncerei per nulla al mondo. Soprattutto non vorrei essere come te, Lightmaster. Sì, brutto hijo de puta, eccoti un’altra innegabile verità: io sono un eroe, un vero eroe, mentre tu sei solo uno spregevole assassino”.
Edward Lansky si prepara a contrattaccare, ma la Tigre Bianca è molto più veloce. Lo colpisce più volte, in più parti del suo corpo, presto il suo mondo diviene confuso.
“La senti, assassino? La senti l’adrenalina che provo io?” grida Hector “No, ecco perché io sono migliore di te!”.
La Tigre Bianca sbatte con violenza Lightmaster contro una parete alla sua sinistra, poi lo scaraventa a destra. Compie poi lo stesso movimento. A sinistra e a destra. E ancora. E ancora. E ancora. E ancora. E ancora. Infine lo scaraventa in alto, aspetta che ricada a terra seguito da alcune rocce, poi a ginocchia unite lo centra al petto. Se Lightmaster avesse ancora sangue nelle vene adesso ne avrebbe perso una notevole quantità. E’ già nel mondo dei sogni di luce quando Hector conclude la sua opera con un pugno al volto. Così il criminale svanisce del tutto, tornando a quella dimensione di luce da cui proviene per leccarsi ferite esterne ed interne che porterà con sé per tutta la vita. Prima di ciò comunque Hector riesce a sputargli in faccia.
“Ragazzo mio” commenta Cardiac avvicinandosi “Non so che dire, è stato qualcosa di mai visto prima. E sì che ho affrontato un tizio col teschio infuocato… perché l’ho fatto poi?”.
“Puro sangre portoricano, Cardiac. Però ora non indugiamo… siamo vicini, così vicini”.
“Ed il tuo amico dal grilletto facile?” fa notare Eli Wirtham.
Lo sguardo della Tigre Bianca si concentra per un attimo su Gideon Mace. “Può anche marcire qui per quel che mi riguarda, andiamo”.
La corsa dei due eroi riprende e ad un tratto avvertono di stare andando in alto, verso il cuore della collina in cui sono entrati. Laddove si annidano i Figli di Satannish. Alla fine, dopo aver superato una piccola sporgenza, è come se davanti a loro si aprisse un nuovo mondo. Una immensa caverna scavata nella roccia, con al centro un non meno immenso portale a forma circolare. E dietro quel portale una sorta di tribuna, sulla quale si possono notare dei tizi con la tonaca rossa.
“I Figli di Satannish!” esclama Hector Ayala “E tra loro Mr. Blue”.
Improvvisamente però qualcuno si para sulla sua strada, qualcuno comparso dal nulla, una persona la cui aura di benignità non sfugge alla Tigre Bianca, grazie a questi suoi sensi mistici potenziati. Eppure non gli pare stia del tutto dalla sua parte.
“Non proseguire oltre” si raccomanda il Dr. Strange “Se hai a cuore la tua salvezza e la tua sanità mentale”.
“Cosa? Fermarsi adesso?” esclama Hector “Non se ne parla. So chi sei e, se tu mi conosci anche solo di sfuggita, saprai che non cederò davanti a nulla!”.
“Ti prego, non…”.
La supplica di Stephen Strange viene interrotta dall’attacco di alcuni dei Figli di Satannish che pur essendo maghi inferiori a lui lo costringono a deviare tutta la sua concentrazione verso la propria difesa.
“Ayala, forse dovremmo aiutare…” inizia Cardiac.
La Tigre Bianca scatta in avanti, verso un trono reale posto accanto al portale circolare. C’è una figura avvolta da una tonaca rossa seduta lì, una figura che è certa essere Mr. Blue. Sembra lo stia aspettando, le sue mani sono giunte all’altezza del mento ed il suo cappuccio è calato.
“Vediamo chi sei, mostro…” poi Hector Ayala si blocca sul posto, perché quello che ha visto sfida ogni logica, va contro tutto quello in cui crede. Irreale, impossibile, capace di fargli rasentare la follia. Tutte quelle strenue e sanguinarie battaglie… tutte organizzate da lei, dalla persona che più ha amato in vita sua.
Mr. Blue è sua sorella Awilda.

CONTINUA...

PROSSIMAMENTE

Sorge

Note dell'Autore: Credo proprio che i loro poteri derivino da cause differenti, ma possiamo definire Lightmaster il Dr. Light della Marvel (anche se mi risulta non abbia mai violentato nessuno e non ha avuto uno scrittore di thriller a risollevarlo dalla sua condizione di perdente). Giusto precisare ciò che dice Mr. Blue in una frase di questo racconto: nei nr. 12 e 13 abbiamo visto una saga di Cloak e Dagger impegnati contro la misteriosa droga OCM. A spalleggiare l'ideatore di quel composto c'era proprio Lightmaster, anche se non è mai stato detto esplicitamente (avendo scritto quelle storie parlo a ragion veduta). Non avete invece mai visto la cattura di quello spacciatore da parte dell'Uomo Ragno, in quanto è un racconto mai narrato e che probabilmente tale rimarrà.
La trama dell'OCM, e del suo vero ideatore, avrebbe dovuto trovare una soluzione nella mia prima saga di New X-Men: tuttavia in seguito ho rinunciato a questa serie ed il mio successore ha deciso di stravolgere totalmente quanto avevo in origine pensato. Dunque non mi riconosco in quanto verrà eventualmente scritto in quella sede (tanto quella trama è così ampia e flessibile che posso adattarla persino ad un racconto del Punitore).